Di Arnaud Desplechin (visto un anno fa a Locarno con il mediometraggio LA VIE DES MORTS) sentiremo ancora parlare. Meno, probabilmente, della storia di questo suo LA SENTINELLE, specie di thriller di spionaggio alla Le Carré che si perde per strada dopo un inizio a sensazione: uno studente di patologia, figlio di un diplomatico in Germania, rientra in Francia e viene misteriosamente inquisito dai doganieri. Giunto finalmente a Parigi, disfa le valigie e vi ritrova una testa mummificata.
La storia è balorda, la filosofia oscura e la progressione incerta. Ma è la mano di questo collaboratore di Eric Rochant (sua la sceneggiatura di UN MONDE SANS PITIE) ad essere sapiente: che dipinga una tragicomica lezione di anatomia, un party mondano fra aspiranti diplomatici, o la seduzione pesantemente erotica di una studentessa d'arte, Desplechin si muove già con la disinvoltura, la sensibilità a fior di pelle, l'amore per i propri personaggi di un Eustache, un Godard, un Pialat.